Senza ricorrere ad esempi dell’Antica Grecia o della Roma Imperiale, possiamo dire che il turismo sportivo è sempre esistito. Quello che possiamo definire il turismo sportivo dell’età moderna lo possiamo collocare dal 2000 in poi, in corrispondenza con le Olimpiadi di Sidney che hanno segnato un primo grande esodo dal carattere non solo sportivo ma anche vacanziero.
Se prendiamo in esame solo questi ultimi anni, è certamente cambiato molto il concetto stesso di turismo sportivo, evoluto qualitativamente e quantitativamente.
Il vero cambiamento riguarda le abitudini delle persone, la presa di conoscenza della necessità di una vita sana, dove l’attività sportiva non è solo una necessità per “stare in forma”, ma è un vero e proprio stile di vita. Questa evoluzione ha cambiato profondamente anche il profilo del turista sportivo…o dello sportivo turista.
Attenzione: non parliamo di una piccola nicchia di mercato destinata a scomparire. Il turismo sportivo rappresenta ora oltre il 10% del mercato turistico e tutti gli indicatori sono in crescita. Quindi il turismo sportivo sposta significativamente il PIL di aree geografiche specifiche, in Italia ed in tutto il mondo.
A questa crescita costante concorrono positivamente tutti gli sport, anche quelli ritenuti meno influenti da un punto di vista mediatico. È bene ricordare che lo sport fa leva sulle passioni delle persone e come tali sono non solo insindacabili ma anche fortissime.
Per questo motivo gli eventi sportivi si sono moltiplicati, non abbiamo più soltanto i grandi eventi e negli sport più seguiti, ma abbiamo tanti piccoli eventi, anche di sport che ancora non sono codificati come tali.
A tutto questo si aggiunge l’attività fisica quotidiana che uno sportivo vuole continuare a fare anche in vacanza.
Se il legame tra sport e turismo è positivo su tutti i fronti, dobbiamo anche evidenziare alcuni limiti strutturali che ne rallentano lo sviluppo.