Il grande tennis ad Indian Wells batte il record di spettatori
Il risultato e la finale
Parlando di sport, è giusto ricordare anche il risultato, con la vittoria del numero uno Novak Djokovic su Roger Federer in una finale che soprattutto nel secondo set ha regalato vero e proprio spettacolo. La formula dei tornei Master, con le partite al meglio dei tre set, è perfetta per condensare in due, al massimo tre ore, uno spettacolo eccellente. Se a questo aggiungiamo la qualità del gioco dei top player ed il loro carisma, lo spettacolo offerto dal tennis è quasi impareggiabile.
Ero in trasferta per un corso di formazione e mi sono goduto la partita in albergo e pensavo proprio a come sarebbe stato bello a marzo fare un viaggio al caldo per vivere un torneo di questo livello.
Il record di pubblico
In tanti altri non solo hanno pensato come me, ma lo hanno anche fatto visto che Indian Wells 2015 ha battuto per il quattordicesimo anno negli ultimi quindici, il nono consecutivo, il record di spettatori presenti. Il dato di 500.000 spettatori è eccezionale se confrontato con i quattro tornei del Grande Slam: con questi numeri, Indian Wells ne supera già due, se consideriamo che i Master durano 10 giorni mentre i Gran Slam durano 15 giorni, la proiezione di Indian Wells è di settecentomila spettatori.
Come è potuto accadere tutto questo? Come ricorda bene un completo articolo di Ubaldo Scannagatta, Indian Wells è dal 2009 proprietà di Larry Ellison, che ogni anno ha reinvestito tutti gli introiti per migliorare le strutture e l’appeal del torneo.
L’analisi dei dati
Ci saranno subito gli scettici “si parla di biglietti venduti, che non corrispondono agli effettivi presenti, visto che molti biglietti vanno agli sponsor che non sempre riescono a distribuirli”. Vero, accade soprattutto nelle grandi competizioni mondiali. Guardando però le partite non ho visto questi enormi buchi sugli spalti come ai Mondiali di Calcio o alle Olimpiadi.
Poi avremo le analisi turistiche “è improprio parlare di cinquecentomila spettatori, perché alcuni di loro avranno visto più giorni del torneo, quindi le persone fisiche sono di meno”. Vero anche questo, ma se io sto una settimana, sempre sette notti dormirò in un albergo, sempre 14 pasti consumerò e così via.
Tiriamo le somme
Okkei, accettiamo tutti gli scettici: togliamo i biglietti degli sponsor, togliamo gli americani della costa che vanno in giornata a godersi una giornata diversa, diciamo anche che i dati sono gonfiati. Al netto di tutto questo, vi rendete conto di che incredibile numero di persone viaggiano appositamente per vedere il torneo?
Se è vero che gli americani sono capaci di vendere anche i sassi, lo stesso non si può direi degli europei: Roma e Madrid sonoi Master 1000 con meno spettatori, non è un caso. Ancora più incredibile è la situazione di Roma che può sfruttare l’appeal di una città unica, in un periodo dell’anno eccellente. In questo caso una differenza principale è data dalle strutture, il Foro Italico è affascinante ma lontano dagli standard attuali richiesti da uno spettatore sempre più esigente.
Per l’Italia e gli eventi sportivi, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: ci sono ampi margini di miglioramento e quindi ampissime opportunità per gli operatori turistici.
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