Arrivano gli Australian Open, storia di successo sportivo e turistico
Storia degli Australian Open
Gli Australian Open sono stati storicamente lo slam con la storia meno prestigiosa, rispetto all’immagine dominante di Wimbledon e alle sfide epiche al Roland Garros e agli Us Open. Tra gli anni 40 e gli anni 60 la difficoltà principale era la lontananza della Australia e le sue dimensioni enormi per gli spostamenti, tanto da impedire la partecipazione alla maggior parte dei giocatori. Gli altri problemi erano la superfice di gioco, l’erba, ed un montepremi molto basso rispetto agli altri tornei.
Negli anni 70 ed 80 la maggior parte dei top player non partecipava, tanto che nel 1976 lo vinse Mark Edmondson, il giocatore dalla classifica più bassa ad aggiudicarsi uno Slam, allora era il numero 212 del mondo.
I grandi cambiamenti
A metà degli anni 80 iniziano i cambiamenti, due big come Mats Wilander e di Stefan Edberg si dividono le vittorie e nel 1988 il torneo subisce i cambiamenti che lo trasformeranno.
Innanzitutto viene spostato all’attuale impianto di Melbourne Park, struttura più moderna che si è sempre rinnovata nel tempo.
Inoltre la superficie diventa un cemento veloce. Nel 2008 cambia ancora la superficie, diventando ancora più veloce, ed il torneo raggiunge la consacrazione.
I top player iniziano ad essere presenti costantemente al torneo ed il progressivo ammodernamento degli impianti è un’ulteriore spinta.
I risultati
Il risultato? Nessun top player ora si sognerebbe di trascurare gli Australian Open: impianti iper-tecnologici, servizi impeccabili, sponsor di primo livello ed un montepremi ricchissimo. Negli anni 2000, tranne due eccezioni, tutte le edizioni le hanno vinte i Fab-four: Federer, Nadal, Djokovic e Murray.
Nel 2012 si è giocata la finale più lunga della storia dello slam, quella tra Novak Djokovic e Rafa Nadal ed il torneo ha registrato il record di 700.000 spettatori. Settecentomila anime.
L’impatto turistico
L’Australia è lontana? Ma anche no. I Tour Operator hanno pacchetti anche di pochi giorni per andare a vedere lo Slam o comunque lo propongono come estensione di un tour del continente.
Cosa hanno fatto gli organizzatori? Semplice, hanno innanzitutto migliorato il prodotto offerto, si sono preoccupati di creare le condizioni affinché i top player, quelli che fanno lo spettacolo, fossero sempre presenti.
A questo hanno aggiunto un livello altissimo di servizi per gli spettatori e non c’è stata più storia: game, set e match per gli Australian Open.
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